Nel corso degli ultimi due decenni, l’eCommerce ha smesso di essere un canale marginale per diventare un driver strutturale di innovazione, capace di ridefinire supply chain, modelli di business e infrastrutture commerciali.
È quanto emerso dall’intervento di Valentina Pontiggia, docente e ricercatrice del Politecnico di Milano, allo scorso Netcomm, che ha tracciato una panoramica dettagliata sulla crescita del canale digitale e le implicazioni per i settori merceologici tecnici.
Una crescita ventennale a doppia cifra
Nel 2005 il valore dell’e-commerce in Italia era di appena 2,8 miliardi di euro. A fine 2024, le vendite hanno raggiunto i 58,5 miliardi, con un tasso di crescita accelerato nel secondo decennio, specie durante e dopo il periodo pandemico.
Anche se la crescita si sta stabilizzando, la penetrazione sul totale dei consumi ha raggiunto il 13%, segnando una trasformazione irreversibile nella filiera distributiva, seppur lontana da mercati più maturi come il Regno Unito (30%) o la Germania (20%), e una crescita costante.
Nel segmento prodotti, si registra una crescita del +5% nel 2024, a cui si aggiunge un +6% previsto per il 2025, con un valore atteso sopra i 40 miliardi di euro.
I settori che trainano (e quelli che arrancano)
Nel 2024 l’acquisto di prodotti è stato di circa 38 miliardi (+5%) e i servizi 20,5 miliardi (+8%). Tra i comparti più maturi troviamo informatica, elettronica ed editoria (penetrazione oltre il 40%). Bene anche abbigliamento e arredamento, mentre crescono più rapidamente settori meno maturi come il food & grocery e il beauty & pharma, in particolare il segmento farmaceutico.
Male, invece, l’automotive, complice il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici anche tramite canali digitali.
Il mobile commerce, che oggi pesa per il 56% degli acquisti online, e la progressiva integrazione omnicanale stanno portando anche i retailer tradizionali a rivedere i propri processi: formati di vendita più compatti, maggiore automazione di magazzino, tecnologie invisibili in store e potenziamento dei tool CRM orientati all’interazione post-vendita.
Digitalizzazione della supply chain e focus sulla marginalità
Secondo Pontiggia, le aree che hanno subito le maggiori trasformazioni operative sono: le piattaforme e infrastrutture tecnologiche, il marketing automation e performance tracking, la logistica di magazzino e distribuzione, infine il customer service e servizi post-vendita
Particolarmente strategico è l’impiego dei dati per l’ottimizzazione della supply chain, con impatti positivi in termini di sostenibilità economica (riduzione scorte, precisione di forecast), ambientale (ottimizzazione consegne) e fidelizzazione (personalizzazione spinta).
Nuovi modelli e sfide strategiche: AI, piattaforme, retail media
Il futuro dell’e-commerce è disegnato su un doppio asse: efficienza e personalizzazione. L’intelligenza artificiale gioca un ruolo centrale, sia come strumento interno alle aziende (ottimizzazione, analisi dei dati), sia nel migliorare l’esperienza del cliente, spingendo verso un retail sempre più relazionale e meno transazionale.
L’e-commerce si sta evolvendo verso modelli ad alta intensità tecnologica, in cui l’intelligenza artificiale è presente su tre livelli:
- Produttività interna (content automation, dynamic pricing, inventory management)
- Customer experience (motori di raccomandazione, assistenti virtuali, interfacce conversazionali)
- Profit optimization (riduzione dei costi operativi, efficienza di processo)
Sempre più attuale è il modello a piattaforma (es. marketplace, retail media), che estende il perimetro del valore anche oltre la transazione, puntando su servizi ancillari, pubblicità interna e modelli di monetizzazione dati. Modelli innovativi come il social commerce o il retail media si affermano come nuove frontiere del business digitale, in cui piattaforme e pubblicità si fondono per creare valore aggiunto senza aumentare direttamente i costi per il consumatore.
Sostenibilità e resilienza: fattori competitivi emergenti
Il contesto normativo (accessibilità digitale, rendicontazione ESG) e la spinta valoriale delle nuove generazioni impongono al comparto B2B l’integrazione di pratiche sostenibili, anche a livello di canale. Crescono così i modelli circolari, le iniziative di reverse logistics, e la spinta alla digitalizzazione green come asset competitivo.
Altre sfide sono rappresentate dalla competizione crescente, dall’internazionalizzazione e dalla necessità di costruire relazioni durature con i clienti in un contesto sempre più volatile.
Verso un retail senza confini
La sintesi è chiara: l’e-commerce non è più una “goccia in un mare”, ma un motore di innovazione per tutto il sistema retail. Per le imprese del comparto home & garden, ciò significa abbracciare una strategia omnicanale, dove fisico e digitale si fondono in un’unica esperienza fluida e coerente.
“Non parliamo più di e-commerce e retail separati”, conclude Pontiggia, “ma di unified commerce, in cui l’esperienza del cliente è al centro e ogni canale è un tassello della stessa strategia”.
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