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Icam digitalizza la filiera del cacao con Trusty in contesti emergenti


Il mercato europeo del cioccolato è stato valutato a 47,3 miliardi di euro nel 2024 e corrisponde oggi al 43% del valore globale (fonte: Cbi). Questa forte domanda fa dell’Europa il maggior importatore mondiale di fave e prodotti a base di cacao. Le sfide legate alla fluttuazione dei prezzi, al cambiamento climatico, alla manodopera e alla produzione influenzano la stabilità di questo mercato. A questa complessità si aggiungono le nuove normative dell’Ue, come il Regolamento europeo sui prodotti esenti da deforestazione (Eudr), di cui fa parte anche il cacao. 

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Icam, da sempre privilegia catene di fornitura rispettose delle comunità e dell’ambiente, selezionando cacao di qualità da diversi Paesi produttori, come Uganda, Ecuador, Perù, Repubblica Dominicana, Togo, Camerun, Nigeria, Congo (Brazzaville) e Colombia. Il costante impegno nella ricerca delle migliori materie prime ha nel tempo creato una filiera di approvvigionamento articolata, caratterizzata da differenti provenienze, un elevato numero di fornitori e la prevalenza di piccoli proprietari terrieri, con una frammentazione significativa della proprietà dei terreni. Questi fattori rendono particolarmente sfidante il processo di raccolta dei dati in conformità alla normativa Eudr. Per far fronte a questa difficoltà, Icam ha attivato una partnership con Trusty, società benefit che utilizza la tecnologia blockchain per garantire la conformità alle normative e la tracciabilità delle filiere agroalimentari, incluse quelle del cacao e del caffè.

Il processo di conformità ai requisiti Eudr ha avuto inizio con l’utilizzo di dati storici raccolti negli anni da Icam, attraverso fonti eterogenee e strumenti diversi, che hanno richiesto un complesso lavoro di normalizzazione, pulizia e verifica.
Nella prima importante fase del processo di digitalizzazione è stata la messa a disposizione una soluzione digitale integrata costituita da un’applicazione per dispositivi Android e iOS, e una piattaforma di analisi satellitare; per facilitare l’operatività della raccolta dei dati geografici dei terreni di coltivazione, è stato garantito un supporto tecnico continuativo (telefonico e online) ai singoli produttori dei diversi Paesi. Parallelamente, all’interno della piattaforma di analisi satellitare, è stata integrata  anche la due diligence rispetto alle normative del paese di produzione, incluse quelle a tutela dei diritti umani: partendo dall’analisi dei rischi di ogni Paese, supportata da fonti internazionali, è stata richiesta, verificata e registrata per ogni fornitore la adesione ai principi del codice etico Icam e del “codice di condotta fornitori cacao”, a garanzia dell’impegno puntuale di ciascuno su valori condivisi di rispetto dell’ambiente, dei diritti umani, delle leggi locali ed europee, inclusa Eudr.

Per coordinare il processo di raccolta, verifica e digitalizzazione delle informazioni, Icam ha costituito un team inter-funzionale, in cui i referenti delle funzioni qualità, amministrazione, servizi It, procurement del cacao, guidati dal team sostenibilità, hanno collaborato attivamente, coordinandosi costantemente con il team tecnico messo a disposizione da Trusty.  Sono molti i processi che sono stati oggetto di analisi a partire dalla raccolta dati gps: ad esempio, è stato rinforzato il processo di tracciabilità del cacao in conformità ai requisiti più stringenti dell’Eudr, fino all’integrazione del sistema gestionale aziendale con il sistema informatico europeo; è stato integrato opportunamente il set di policy della società; sono state individuate e messe a punto azioni di mitigazione e rimedio utili a contrastare eventi di deforestazione e a contribuire a risolvere positivamente situazioni di rischio.

Digitalizzare tra le difficoltà
L’implementazione delle tecnologie di tracciamento della filiera è stata complicata dalla scarsa familiarità degli operatori locali con i sistemi digitali, dalla limitata qualità delle infrastrutture di comunicazione e dalla frammentarietà e disomogeneità dei dati disponibili. Le difficoltà riscontrate nei Paesi produttori di cacao coinvolgono l’intero ecosistema informativo: immagini satellitari a bassa risoluzione e frequenza, database sulla proprietà degli appezzamenti incompleti, registrazione anagrafica degli agricoltori parziale e scarsa copertura telefonica.

«La nostra filiera è molto frammentata e distribuita in più di 20 paesi con cui è attualmente attiva una collaborazione. Principalmente ci rivolgiamo a smallholder, ovvero coltivatori con appezzamenti di terra della misura di mezzo ettaro, più piccoli di un campo da calcio, da cui spesso dipendono intere famiglie – dichiara Sara Agostoni, chief sustainability officer di Icam –. Nel corso del processo di verifica per essere conformi alla Eudr, abbiamo avuto la prova che generalmente i coltivatori hanno poca dimestichezza con la tecnologia. Per quanto un dispositivo come il gps possa apparire scontato ai nostri occhi, non lo è per un agricoltore che vive e opera nelle aree più isolate della fascia tropicale, dove le infrastrutture e le risorse tecnologiche risultano spesso insufficienti o inadeguat. Nelle origini da cui ci approvvigioniamo storicamente abbiamo dovuto affrontare la conformità alla normativa con le nostre risorse, facendo leva sulla collaborazione con i diversi stakeholder, a differenza dei principali Paesi produttori di cacao, come la Costa d’Avorio e il Ghana, in cui i Governi hanno fornito supporto agli operatori del settore. Questa azione di supporto va a consolidare il rapporto di fiducia costruito negli anni con i nostri fornitori, con cui ci impegniamo da sempre a costruire rapporti capaci di “durare nel tempo” e “durable”, cioè sostenibili».

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Conoscenza precisa della filiera
La digitalizzazione dei dati ha permesso di ottenere una conoscenza precisa della filiera, supportando decisioni basate su numeri e migliorando la sostenibilità, la trasparenza e l’identificazione delle non conformità, oltre a creare l’opportunità di monitorare futuri rischi ambientali e sociali e rafforzare le relazioni con gli stakeholder.
Guardando ai dati, ad oggi Icam ha mappato circa 26.000 appezzamenti dei propri fornitori strategici, di cui solo il 4,6% presenta situazioni di rischio di deforestazione, su cui è in corso l’approfondimento e l’attuazione di piani di mitigazione.

«Grazie alla stretta collaborazione con Trusty, abbiamo a oggi comprovato la conformità alla legge Eudr per il 95,4% degli appezzamenti dei nostri fornitori diretti, in linea alla data di implementazione della normativa. Per il futuro, il nostro obiettivo è quello di continuare a collaborare con i nostri fornitori, in particolare per affrontare le situazioni di criticità e supportare i più piccoli nell’implementazione di piani di monitoraggio e mitigazione, impegnandoci a coinvolgere tutti, senza lasciare indietro nessuno», afferma Agostoni.

«Di fronte a un mercato europeo del cioccolato in forte evoluzione e alle nuove normative come l’Eudr, la complessità delle filiere di approvvigionamento di un’azienda storica e attenta come Icam rappresenta sia una sfida sia un’opportunità – fa notare Alessandro Chelli, fondatore e ceo di Trusty –. I risultati ottenuti dimostrano come il vero valore aggiunto per Icam e per tutti gli stakeholder coinvolti risiede nella capacità di superare le criticità legate alla frammentazione delle filiere e alle limitate infrastrutture digitali nei paesi di origine, adattando le tecnologie al contesto locale. Un percorso che evidenzia quanto sia strategico non rimandare: adeguarsi alla Eudr richiede tempo, visione e strumenti capaci di andare ben oltre la semplice gestione documentale, abilitando un sistema avanzato di raccolta, analisi e validazione dei dati lungo tutta la filiera. Una scelta decisiva di governance e di posizionamento sul mercato».





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