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“Abbattete il muro di paura, la mafia usa il silenzio per tenervi sotto controllo”


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Lo aveva già detto. Manifestando preoccupazione sul nuovo andazzo, ossia sui danneggiamenti dei vigneti che non sono ancora carichi, ad AgrigentoNotizie aveva espresso timori per quello che verrà: “È un segnale! Hanno ricominciato da capo e in un periodo vuoto. Questo deve far riflettere”. Adesso, Eugenio Di Francesco, presidente vicario regionale dell’associazione antiracket e usura “Rete per la legalità-Sicilia aps” ha scritto una lettera aperta a tutti gli imprenditori agricoli che si occupano della coltivazione di uva tavolo o da mosto. “Siamo qui per dirti che non sei solo! Siamo qui per dirvi a voce alta che vivere nella paura e stare in silenzio non farà altro che rendervi ancora più deboli, così da accrescere il potere di chi tenta di soffocarvi rubandovi dignità e soldi”. Una lettera, un appello fatto col cuore, ad uscire fuori dal tunnel dell’omertà e a denunciare. “Oggi è più che mai importante essere uniti e abbattere il muro di paura, omertà e silenzio che la mafia usa per tenervi sotto controllo condizionando il fare impresa. Non abbiate paura, né voi, né le vostre famiglie. Noi ci siamo! I carabinieri ci sono, la polizia c’è, la guardia di finanza c’è, la Prefettura c’è! Anche se è difficile, anche se a volte vi sentite soli, sfiduciati per ciò che ci circonda, non lasciate che il terrore vi soffochi – scrive Di Francesco – . Fidatevi di noi, fidatevi di chi indossa l’uniforme perché siamo, e saremo sempre, al vostro fianco per il vostro bene, per quello delle vostre famiglie e per la tutela delle vostre imprese”.  

Devastato un vigneto appena innestato: è il secondo avvertimento non in tempo di vendemmia

Tranciati i tiranti di un vigneto di uva Italia, avvertimenti non soltanto in tempo di vendemmia

Da anni, nel comprensorio di Canicattì (ossia anche a Naro, Campobello di Licata, Ravanusa, ma anche Licata) si registrano, con sistematicità, danneggiamenti di vigneti: le piante cariche di uva, da rivendere, vengono rase al suolo. “Molti onesti agricoltori, padri di famiglia, in questi anni, hanno perso tutto ciò che avevano conquistato con sudore e sacrifici. Hanno perso ciò che i loro padri gli hanno lasciato e ciò che avrebbero voluto dare un giorno ai propri figli. In troppi non hanno più la forza di rialzarsi”, ricorda a imprenditori e agricoltori Di Francesco.

L’associazione antiracket e usura “Rete per la legalità Sicilia”, da tre anni, è accanto a tutti quegli imprenditori agricoli che decidono di denunciare e stare dalla parte dello Stato. “Noi aiutiamo tutti quelli che vivono con l’incubo di vedere il proprio vigneto abbattuto. Un fondo di solidarietà messo a disposizione dal ministero degli Interni, legge 44/99, sotto la supervisione del commissario straordinario nazionale del governo per le attività antiracket e usura, è pronto a far diventare la vostra impresa ancora più bella e forte, sostenendovi economicamente per i danni subiti e per il mancato guadagno. Tutto a fondo  perduto”, ricorda.

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L’accorato appello, racchiuso nella lettera aperta, diventa ancora più esplicito quando Di Francesco parla di “sensali”: “Non sottomettetevi ai sensali, svendendo il vostro prodotto a commercianti che vi sfruttano. Sensali che vi truffano non pagandovi il prodotto a fine campagna. Non sottomettetevi solo per paura di ricevere danni se non vendete a determinati compratori. Non pensate che questi soggetti possono darvi una sorta di ‘assicurazione’, che vi facciano stare tranquilli. Pensate piuttosto che molti sensali si arricchiscono alle vostre spalle senza nemmeno lavorare un giorno. Non svendete la vostra dignità, quella dei vostri figli e quella del vostro nome a questi soggetti, non svendete il vostro futuro, ma vendete – dice chiaramente – il vostro prodotto a testa alta, da imprenditori liberi, fieri di ciò che siete e senza il timore che figure legate al mondo mafioso possano schiacciarvi”. 

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Distrutto vigneto di un pensionato

Il presidente vicario regionale dell’associazione antiracket e usura è pienamente consapevole che non è facile, ma anche che basta un solo secondo per fare una scelta che può cambiare – e in meglio – la vita. “Scegliete di rivolgere lo sguardo al futuro, piuttosto che chiedere aiuto alla persona sbagliata, a quella più losca. La scelta della via più breve, quella più comoda e facile, è quella che può rendervi schiavi e complici di un sistema marcio. Abbiate il coraggio piuttosto di parlare, abbiate il coraggio di essere liberi, abbiate il coraggio di non scendere a compromessi, abbiate il coraggio di dire ‘BASTA!’ Abbiate il coraggio di denunciare!”. Eugenio Di Francesco non ha usato frasi fatte, ma è stato chiarissimo: “Denunciare serve a mettere al sicuro te, la tua famiglia e la tua impresa.

La sera, prima di addormentarti, pensa ai tuoi figli, e fai sì che tutto possa cambiare. Quel cambiamento inizia con noi, dipende da noi!  E non da Cosa nostra!”. 

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La lettera aperta è in corso di distribuzione nei mercatini settimanali e nelle scuole, così che donne e ragazzi-figli (che molto spesso non sanno neanche nulla di minacce e ritorsioni) possano portarla a casa. A disposizione di tutti coloro che volessero saperne di più c’è il numero verde, che è anonimo, 800900867. Numero che serve anche per essere “accompagnati” alla denuncia e all’accesso al fondo di solidarietà messo a disposizione dal ministero degli Interni. “Crediamo che questa terra di Sicilia possa essere sempre più bella e libera, fatta e vissuta da uomini e donne che profumano di dignità e libertà!”, ha concluso Eugenio Di Francesco. 

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